Le Energie del Fumetto
Vivendo in campagna non ho la possibilità di visitare grossi store di media, l'unico nel quale mi soffermo durante i miei appuntamenti di lavoro a Roma è quello sotto la stazione Termini (mi pare sia Borri Books) che devo dire ha un nutrito reparto dedicato al fumetto dove mi pare che non manchi nulla delle ultime uscite.
In mezzo a quegli scaffali ricevo diverse energie che indirizzano la mia attenzione, quindi il mio sfogliare, quindi il mio acquisto.
Una delle energie che ha smesso di essere efficace è quella del fumetto basato sulla realtà. Non parlo delle biografie a fumetti ma delle storie che prendono spunto dalle esperienze o pensieri propri dell'autore. Non mi piacciono molto le definizioni ma c'è chi lo chiama fumetto intimista.
Non sono la persona più accreditata per sviluppare questo tipo di analisi ma ho l'impressione che le opere d'intrattenimento (dall'arte al commerciale) si muovano durante gli anni ad ondate in stretta relazione con l'andamento della vita delle persone.
Dagli anni 80 ai 90 ma anche i primi anni duemila l'Italia ha vissuto un certo tipo di benessere economico e nell'ultima parte di questo periodo c'è stata un'ondata di quel fumetto intimista che ha avuto un discreto successo commerciale .Nessuno ci si è arricchito, tutt'altro, ma per i numeri che si fanno in italia è stato un fenomeno da notare.
Quando le persone hanno la possibilità economica di togliersi numerosi sfizi (viaggi, cinema, videogame, concerti, abbigliamento ecc...) capita che comincino ad annoiarsi e a vivere un piccolo malessere che li porta a guardarsi dentro. Da qui l'esigenza di trovare delle storie in armonia con le proprie esigenze.
l'Intimismo. (è odioso questo termine lo so)
Cito due nomi tra quelli che preferisco: Gipi e Makkox.
In realtà entrambi gli autori sono arrivati in coda a questa corrente e non a caso in entrambi è evidente una mutazione, le storie personali sono state filtrate dalla loro immaginazione (avventure di pirati, comicità di paperi)
Questo cambiamento arriva in contemporanea con un altro di cambiamento: il benessere italiano è agli sgoccioli (non siamo ancora un popolo povero, questo è sicuro), comincia una brutta crisi, la gente resta senza lavoro, in sintesi "un periodo di sofferenza".
Capita spesso che quando soffriamo si faccia largo dentro di noi la voglia di evasione, voglia di ascoltare, vedere e leggere qualcosa che ci dia una boccata d'aria fresca. Poco importa se ci viene raccontato di tigri della malesia, astronavi, fate, super eroi, mostri o detectives. Basta anche la fantasia di filtrare il racconto della propria vita con una lente da caleidoscopio e dargli appendici nuove e stravaganti.
I Produttori di fiction (stranieri) questa cosa l'hanno capita e sono riusciti a creare un mercato florido che è arrivato addirittura a sostituire il cinema. Non solo, il range di offerta tematica è così diverso da coprire qualsiasi target di età.
Devo essere sincero, non ho più voglia di ascoltare i racconti della giornata altrui, dell'infanzia infelice, della periferia degradata, degli esami o dell'erasmus in Spagna. Per un semplice motivo: negli ultimi 10 anni ogni persona con una connessione internet ha potuto per via blog o social network, raccontare ogni minuto della propria vita.
Siamo giunti alla fine anche di questa parentesi, nessuno ha più voglia di leggere i blogger raccontatori.
La parabola è discendente.
C'è un altro posto in cui vado spesso quando mi capita di essere a Roma, la libreria francese L'Aventure.
Ho una passione per il fumetto franco belga ma la cosa che più mi piace è quel grosso tavolo su cui sono impilati tutti gli albi. Capita che sollevando un volume di Sky Doll, sotto ci trovi un diario di Delisle, un racconto esotico e strampalato di Boucq e nel mezzo tante storie di autori giovani che sarebbe difficile dividere in sezioni e piazzarle su uno scaffale perchè i temi sono tutti diversi e a volte, cosa rara ma bellissima, il tema lo inventa l'autore e scopri un mondo nuovo.
È come essere avvolto da un'unica energia che è quella della creatività. Perchè deve essere l'autore a voler raccontare una storia che il lettore non si aspetta. E deve essere l'editore forte per sostenere questa spinta creativa ed acuto per anticipare le mode e creare un mercato in cui possa diffondersi.
È comunque un momento di fermento per il fumetto italiano e di questo sono molto contento.
Però sono stufo di vedere gente che manifesta e che si ammazza, tra un tg24 e l'altro voglio che mi si racconti una favola.
2 commenti:
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