se avete preso il primo numero del nuovo Male di Vauro e Vincino, dentro NON ci avete trovato un mio fumetto, solo dei ringraziamenti. se prenderete il secondo numero, neanche dentro questo ci troverete un mio fumetto. anzi no, una vignatta c'è. per sbaglio
ora vi racconto come è andata.
all'epoca del mio primo post sul ritorno del Male, l'incaricato di portare a casa il progetto era Massimo Caviglia
e fu con lui che me la presi per la pessima gestione e comunicazione con gli artisti, assunti e liquidati con una mail multipla, senza nessun dettaglio riguardo i pagamenti. questo l'estate scorsa. da quello che ne so, le persone che mandarono roba non vennero mai pagate ne ricontattate dopo.
i fatti di oggi.
una piccola parentesi prima. un mio caro ma soprattutto saggio amico mi consiglia sempre di non fare il duro e puro, di essere più flessibile e laddove si può, cercare il dialogo e capire come stanno veramente le cose.
nel limite delle spigolature del mio carattere ho cercato di seguire il suo consiglio.
a settembre vengo ricontattato dalla redazione del Male, più precisamente dal caporedattore Giampiero Caldarella che mi chiede di far parte della squadra. Giampiero oltre ad essere professionale e gentile è una persona molto intelligente per la quale nutro molta stima (forse ad oggi un po' meno). Pizzino, la rivista di satira da lui fondata e diretta è stata una delle cose più belle che si siano prodotte sul genere.
per questo motivo ho dialogato con lui sulla nuova direzione della rivista, sull'intenzione di portare all'interno autori nuovi come Makkox, Kanjano, Tonus ed altri, sul dare la precedenza al fumetto raccontato rispetto alla vignetta e soprattutto sui compensi che sarebbero stati assicurati.
mi sono messo quindi al lavoro producendo del materiale ed ho inviato alla redazione un preventivo con varie tipologie di realizzazione del fumetto ed i costi relativi. insomma ho cercato di introdure un modo operativo professionale (come succede di norma in tutti gli altri lavori del resto) in un ambiente che fino ad ora è andato avanti col sistema "tu manda che poi forse ti pubblichiamo e chissà quando ti paghiamo un piccolo rimborso spese"
in seguito a questo ho contattato tutti gli autori che sapevo essere all'interno della rivista e che considero fondamentali per la buona riuscita del progetto, quelli che avrebbero offerto dei contributi che difficilmente si sarebbero potuti rimpiazzare con un qualsiasi altro autore.
il mio invito è stato quello di fare fronte comune e chiedere alla rivista di contrattare i compensi partendo da una base comune.
quale base? vi faccio un rapido calcolo.
in un mercato sano, una pagina a matita (solo la matita eh) viene pagata dalle 170 alle 300 euro. a questo bisogna aggiungerci il costo dello sceneggiatore (che è molto più basso di quello dell'artista), quello del colorista e quello di chi fa il lettering.
sono cosciente che il mercato italiano è stanco e in calo, fare una media è impossibile.
considerando che nella satira una vignetta viene pagata dai 50 ai 100 euro (ai novizi intendo, perchè tra gli artisti noti c'è anche chi per una vignetta con su scritto "berlusconi caccapupù" riceve 6/7/8/9 cento euro)
vabè. considerando il tempo che ci metto io a fare una pagina completa: pensata, scritta, disegnata, inchiostrata, colorata, letterata, ho stimato un compenso di 300 euro netti a pagina.
fidatevi, è poco.
nel caso specifico del Male la redazione ha chiesto anche l'invio di più lavori tra i quali poter scegliere (assicurando il pagamento di tutti, anche di quelli non pubblicati che sarebbero stati messi in archivio) e i diritti esclusivi, cioè l'impossibilità di pubblicare su altri settimanali satirici. l'unico altro settimanale satirico in Italia è il Misfatto quindi ci va poco ad avere l'esclusiva. a me questo però non interessa, io sul Misfatto non ci ho mai pubblicato e non escludo l'idea di farlo in futuro. Però tu mi stai chiedendo comunque un esclusiva e questo deve avere un valore aggiunto al compenso.
ovviamente il discorso di fare fronte comune ha senso se lo si fa tutti assieme. in questo modo la rivista si ritrova con un buco difficilmente colmabile mantenendo la stessa qualità e sarà quindi probabilmente costretta a contrattare.
inutile dire che il fronte comune non s'è fatto. le risposte che ho ricevuto sono state le più varie. alcune condivisibili altre assolutamente no. non riesco a credere di avere ricevuto risposte del tipo "massì, prima neanche ci pagavano, tutto quello che viene in più adesso va tutto bene" o ancora peggio "eh ma questa rivista è un tentativo, non sappiamo se andrà bene. dobbiamo dare il nostro contributo per aiutare...".
non capisco perchè queste persone invece di aspirare a fare questo mestiere non vadano ad aiutare i ragazzini del terzo mondo. se si vuole fare della beneficenza ci sono modi migliori per farla.
a chi mi ha risposto "partiamo bassi e vediamo come va" dico:
se le cose vanno male il tuo compenso, basso, si potrebbe ridurre
ma se la rivista va bene, e questo te lo puoi tatuare in fronte, MAI e poi MAI il tuo compenso si alzerà (salvo diventare il nuovo Pazienza, cosa che dubito. soprattutto se continui a copiarne stile e battute). le entrate in positivo andranno in tasca di qualcun altro.
pensavo fosse una buona occasione per introdurre un discorso professionale nell'ambiente della Satira. peccato.
torno alla mia esperienza personale.
in svariate mail ho chiesto alla redazione di conoscere i compensi prima di dare la conferma per la pubblicazione del mio materiale. nessuna risposta. improvvisamente scopro di avere un accredito della redazione sul conto. un raro caso di pubblicazione coatta. così non è perchè sul numero 1 io (ed altri) non ci siamo, solo dei ringraziamenti in coda.
non sono tipo da ma e da se, faccio fronte al panorama che mi si para davanti (sempre cercando di ascoltare il consiglio del mio caro amico) e sono andato alla riunione di redazione seguente.
il dissenso sul risultato finale è venuto da più parti, un'accozzaglia di roba senza capo ne coda, impaginato e stampato malissimo, senza linea editoriale ne qualità artistica (salvo qualche eccezione).
mi soffermo un attimo su questo punto: possibile che nel 2011 chi fa un prodotto editoriale (e se lo fa pagare bene) non abbia ancora imparato un concetto che è chiarissimo anche ai bambini che fanno stronzatine in rete? che le immagini da stampare debbano essere in cmyk e la risoluzione 300dpi? no, a quanto pare no. la copertina del n°2 è sgranatissima e la mia vignetta, più varie altre cose, anche! certo, perchè l'invio preliminare del materiale io lo faccio in rgb a 72dpi.
NON PUOI STAMPARE UNA ROBA A 72 dpi !!!
se vogliamo dirla tutta ci sono anche dei plugin che, con dei piccoli trucchi, ti raddoppiano la risoluzione dandoti un risultato accettabile. figurarsi, fantascienza.
c'è margine per migliorare. fidiamoci.
oltre a questo è emersa da parte mia e di altri, la richiesta di avere una continuità di pubblicazione, per avere più stimoli nel lavorare al progetto e per essere gratificati del proprio lavoro.
ecco, io avevo già mandato due pagine intere di fumetto. in più mi viene fatta la richiesta da Vincino, la sera precedente alla chiusura del numero 2 di mandare qualche altra vignetta. si raccomanda. il discorso "facciamo fumetti non vignette" si è già perso.
ne mando 4 la sera stessa, che intanto è diventata notte.
silenzio.
mando delle mail per capire cosa diavolo avrebbero pubblicato di tutto il mio mandato. figurarsi se si può avere una risposta chiara. ho bisogno di mandare altre 3 mail per avere altrettante criptiche risposte da decifrare e mettere assieme.
risultato finale: di tutti e 6 i lavori sarebbe stata pubblicata solo una vignetta.
scrivo alla redazione per dire di lasciare perdere e non pubblicare nulla del mio materiale. che una pubblicazione su 6 equivale a lavorare gratis. consiglio di scendere in strada e chiedere al barista, al tabaccaio, al macellaio o al panettiere se fossero disposti a lavorare 6 giorni per vedersene riconosciuto soltanto uno.
questo i direttori lo sanno, non lo farebbero neanche loro. la cosa che mi lascia basito è che dopo anni a ingoiare rospi, questo concetto ai miei giovani colleghi non è ancora chiaro. li vedo inseguire sogni di "visibilità" con in testa il berretto da Che ma sulle spalle la solita precarietà lavorativa camuffata da amichevole pacca.
è una contraddizione in termini. non si può fare satira sul nostro governo, sulle nostre condizioni lavorative e poi sfruttare le persone che ti hanno dato fiducia, che hanno creduto nel tuo progetto editoriale, e lasciarle ad affannarsi per due spiccioli. neanche questi assicurati.
non si può criticare la chiesa ed invitare a fare donazioni ai preti, solo per avere una pagina di pubblicità in più.
dall'altra parte, quella degli autori, non puoi fare satira sul popolo italiano che sta zitto e ingoia se sei tu il primo a dimostrare omertà di fronte a condizioni di lavoro sbagliate e dannose.
non lo puoi fare. stai prendendo in giro i tuoi lettori.
o forse non stai facendo satira ma solo sfottò da bar. criticare nascosti dietro i tramezzini tonno e mozzarella, quello che parla male a causa di una malattia, l'altro che è basso per difetto di nascita, l'americano delle mele...lo prendo in giro solo perchè è morto. finisco la birra, metto benzina e faccio un salto in edicola, a comprare una rivista.
e rido.