24.10.11

Litos! @ Lucca Comics & Games 2011

niente fumetti quest'anno (ma l'anno prossimo più d'uno!). vi aspettano invece due favolose litografie in grande formato, tiratura limitatissima, autografate e per chi avrà la pazienza di aspettare ci sarà anche un disegno originale!!
queste sono le due stampe che troverete:



la seconda sarà anche in giro per lucca addosso al numero 15 di  Comic Soon, il magazine free press di NPE che potete leggere qui (all'interno anche una storia di Giovanni e Federico) e che celebra i COSPLAY. è verò fanno un sacco di caciara, sudano e occupano tutti gli spazi vitali a disposizione ma come abbiamo potuto verificare alla scorsa fiera di Napoli, sono l'anima della festa. senza di loro è una mosceria completa.


potete trovare me e le stampe allo stand E203 dello studio Parlapà, padiglione Napoleone assieme a Davide Caci, Ennio Bufi, Fabio Celoni, Lillo del duo “Lillo & Greg”, Mirka Andolfo e tanti altri autori.
io sarò presente allo stand da Sabato pomeriggio a Martedì mattina.

IMPORTANTE: Per chi non potrà essere presente alla fiera, abbiamo messo a disposizione una parte delle litografie da poter ordinare via mail (la trovate nel profilo in alto a destra).



vi lascio con qualche fidatissimo consiglio per gli acquisti, roba che merita da prendere ad occhi chiusi:
"Zombie Gay in Vaticano" di Davide La Rosa e Vanessa Cardinali 
"Come crescere un robottone felice (ed evitare di distruggere il mondo!)" di Christian Cornia, Matteo Cuccato, Matteo Freddi, Cristina Giorgilli, Alessia Pastorello, Federico Tramonte
(una delle autoproduzioni più curate che abbia mai visto in italia)
il numero 5 di "Mamma!" di Gubitosa, Biani, Armentaro, Makkox, Scalia e AA.VV
"Guido Buzzelli - Frammento dall'assurdo" Nicola Pesce Editore (catalogo della mostra che si terrà a Lucca di uno degli autori più straordinari che abbiamo avuto.)
"Post Coitum" e gli altri libri di Makkox editi da Bao.
"Bone, l'integrale" di Jeff Smith e "La Marcia del Granchio" di Arthur De Pins (entrambi gli autori saranno allo stand Bao)
"FUCKLAND" di Werther Dell’Edera, Gabriele Dell’Otto, Antonio Fuso, Giorgio Pontrelli e Stefano.

20.10.11

Pioggia...

rubo per un attimo il mestiere a Mauro...


(clicca per ingrandire)

18.10.11

anteprima Lucca colore

ci vediamo lunedì per dirvi cosa vi aspetta a lucca ;)

14.10.11

della professione di fumettista: appendice al nuovo Male

se avete preso il primo numero del nuovo Male di Vauro e Vincino, dentro NON ci avete trovato un mio fumetto, solo dei ringraziamenti. se prenderete il secondo numero, neanche dentro questo ci troverete un mio fumetto. anzi no, una vignatta c'è. per sbaglio
ora vi racconto come è andata.

all'epoca del mio primo post sul ritorno del Male, l'incaricato di portare a casa il progetto era Massimo Caviglia
e fu con lui che me la presi per la pessima gestione e comunicazione con gli artisti, assunti e liquidati con una mail multipla, senza nessun dettaglio riguardo i pagamenti. questo l'estate scorsa. da quello che ne so, le persone che mandarono roba non vennero mai pagate ne ricontattate dopo.

i fatti di oggi.
una piccola parentesi prima. un mio caro ma soprattutto saggio amico mi consiglia sempre di non fare il duro e puro, di essere più flessibile e laddove si può, cercare il dialogo e capire come stanno veramente le cose.
nel limite delle spigolature del mio carattere ho cercato di seguire il suo consiglio.

a settembre vengo ricontattato dalla redazione del Male, più precisamente dal caporedattore Giampiero Caldarella che mi chiede di far parte della squadra. Giampiero oltre ad essere professionale e gentile è una persona molto intelligente per la quale nutro molta stima (forse ad oggi un po' meno). Pizzino, la rivista di satira da lui fondata e diretta è stata una delle cose più belle che si siano prodotte sul genere.
per questo motivo ho dialogato con lui sulla nuova direzione della rivista, sull'intenzione di portare all'interno autori nuovi come Makkox, Kanjano, Tonus ed altri, sul dare la precedenza al fumetto raccontato rispetto alla vignetta e soprattutto sui compensi che sarebbero stati assicurati.
mi sono messo quindi al lavoro producendo del materiale ed ho inviato alla redazione un preventivo con varie tipologie di realizzazione del fumetto ed i costi relativi. insomma ho cercato di introdure un modo operativo professionale (come succede di norma in tutti gli altri lavori del resto) in un ambiente che fino ad ora è andato avanti col sistema "tu manda che poi forse ti pubblichiamo e chissà quando ti paghiamo un piccolo rimborso spese"
in seguito a questo ho contattato tutti gli autori che sapevo essere all'interno della rivista e che considero fondamentali per la buona riuscita del progetto, quelli che avrebbero offerto dei contributi che difficilmente si sarebbero potuti rimpiazzare con un qualsiasi altro autore.
il mio invito è stato quello di fare fronte comune e chiedere alla rivista di contrattare i compensi partendo da una base comune.
quale base? vi faccio un rapido calcolo.

in un mercato sano, una pagina a matita (solo la matita eh) viene pagata dalle 170 alle 300 euro. a questo bisogna aggiungerci il costo dello sceneggiatore (che è molto più basso di quello dell'artista), quello del colorista e quello di chi fa il lettering.
sono cosciente che il mercato italiano è stanco e in calo, fare una media è impossibile.
considerando che nella satira una vignetta viene pagata dai 50 ai 100 euro (ai novizi intendo, perchè tra gli artisti noti c'è anche chi per una vignetta con su scritto "berlusconi caccapupù" riceve 6/7/8/9 cento euro)
vabè. considerando il tempo che ci metto io a fare una pagina completa: pensata, scritta, disegnata, inchiostrata, colorata, letterata, ho stimato un compenso di 300 euro netti a pagina.
fidatevi, è poco.
nel caso specifico del Male la redazione ha chiesto anche l'invio di più lavori tra i quali poter scegliere (assicurando il pagamento di tutti, anche di quelli non pubblicati che sarebbero stati messi in archivio) e i diritti esclusivi, cioè l'impossibilità di pubblicare su altri settimanali satirici. l'unico altro settimanale satirico in Italia è il Misfatto quindi ci va poco ad avere l'esclusiva. a me questo però non interessa, io sul Misfatto non ci ho mai pubblicato e non escludo l'idea di farlo in futuro. Però tu mi stai chiedendo comunque un esclusiva e questo deve avere un valore aggiunto al compenso.

ovviamente il discorso di fare fronte comune ha senso se lo si fa tutti assieme. in questo modo la rivista si ritrova con un buco difficilmente colmabile mantenendo la stessa qualità e sarà quindi probabilmente costretta a contrattare.
inutile dire che il fronte comune non s'è fatto. le risposte che ho ricevuto sono state le più varie. alcune condivisibili altre assolutamente no. non riesco a credere di avere ricevuto risposte del tipo "massì, prima neanche ci pagavano, tutto quello che viene in più adesso va tutto bene" o ancora peggio "eh ma questa rivista è un tentativo, non sappiamo se andrà bene. dobbiamo dare il nostro contributo per aiutare...".
non capisco perchè queste persone invece di aspirare a fare questo mestiere non vadano ad aiutare i ragazzini del terzo mondo. se si vuole fare della beneficenza ci sono modi migliori per farla.
a chi mi ha risposto "partiamo bassi e vediamo come va" dico:
se le cose vanno male il tuo compenso, basso, si potrebbe ridurre
ma se la rivista va bene, e questo te lo puoi tatuare in fronte, MAI e poi MAI il tuo compenso si alzerà (salvo diventare il nuovo Pazienza, cosa che dubito. soprattutto se continui a copiarne stile e battute). le entrate in positivo andranno in tasca di qualcun altro.

pensavo fosse una buona occasione per introdurre un discorso professionale nell'ambiente della Satira. peccato.

torno alla mia esperienza personale.
in svariate mail ho chiesto alla redazione di conoscere i compensi prima di dare la conferma per la pubblicazione del mio materiale. nessuna risposta. improvvisamente scopro di avere un accredito della redazione sul conto. un raro caso di pubblicazione coatta. così non è perchè sul numero 1 io (ed altri) non ci siamo, solo dei ringraziamenti in coda.
non sono tipo da ma e da se, faccio fronte al panorama che mi si para davanti (sempre cercando di ascoltare il consiglio del mio caro amico) e sono andato alla riunione di redazione seguente.
il dissenso sul risultato finale è venuto da più parti, un'accozzaglia di roba senza capo ne coda, impaginato e stampato malissimo, senza linea editoriale ne qualità artistica (salvo qualche eccezione).

mi soffermo un attimo su questo punto: possibile che nel 2011 chi fa un prodotto editoriale (e se lo fa pagare bene) non abbia ancora imparato un concetto che è chiarissimo anche ai bambini che fanno stronzatine in rete? che le immagini da stampare debbano essere in cmyk e la risoluzione 300dpi? no, a quanto pare no. la copertina del n°2 è sgranatissima e la mia vignetta, più varie altre cose, anche! certo, perchè l'invio preliminare del materiale io lo faccio in rgb a 72dpi. 
NON PUOI STAMPARE UNA ROBA A 72 dpi !!!
se vogliamo dirla tutta ci sono anche dei plugin che, con dei piccoli trucchi, ti raddoppiano la risoluzione dandoti un risultato accettabile. figurarsi, fantascienza.


c'è margine per migliorare. fidiamoci.
oltre a questo è emersa da parte mia e di altri, la richiesta di avere una continuità di pubblicazione, per avere più stimoli nel lavorare al progetto e per essere gratificati del proprio lavoro.
ecco, io avevo già mandato due pagine intere di fumetto. in più mi viene fatta la richiesta da Vincino, la sera precedente alla chiusura del numero 2 di mandare qualche altra vignetta. si raccomanda. il discorso "facciamo fumetti non vignette" si è già perso.
ne mando 4 la sera stessa, che intanto è diventata notte.
silenzio.
mando delle mail per capire cosa diavolo avrebbero pubblicato di tutto il mio mandato. figurarsi se si può avere una risposta chiara. ho bisogno di mandare altre 3 mail per avere altrettante criptiche risposte da decifrare e mettere assieme.
risultato finale: di tutti e 6 i lavori sarebbe stata pubblicata solo una vignetta.
scrivo alla redazione per dire di lasciare perdere e non pubblicare nulla del mio materiale. che una pubblicazione su 6 equivale a lavorare gratis. consiglio di scendere in strada e chiedere al barista, al tabaccaio, al macellaio o al panettiere se fossero disposti a lavorare 6 giorni per vedersene riconosciuto soltanto uno.
questo i direttori lo sanno, non lo farebbero neanche loro. la cosa che mi lascia basito è che dopo anni a ingoiare rospi, questo concetto ai miei giovani colleghi non è ancora chiaro. li vedo inseguire sogni di "visibilità" con in testa il berretto da Che ma sulle spalle la solita precarietà lavorativa camuffata da amichevole pacca.
è una contraddizione in termini. non si può fare satira sul nostro governo, sulle nostre condizioni lavorative e poi sfruttare le persone che ti hanno dato fiducia, che hanno creduto nel tuo progetto editoriale, e lasciarle ad affannarsi per due spiccioli. neanche questi assicurati.
non si può criticare la chiesa ed invitare a fare donazioni ai preti, solo per avere una pagina di pubblicità in più.
dall'altra parte, quella degli autori, non puoi fare satira sul popolo italiano che sta zitto e ingoia se sei tu il primo a dimostrare omertà di fronte a condizioni di lavoro sbagliate e dannose.
non lo puoi fare. stai prendendo in giro i tuoi lettori.

o forse non stai facendo satira ma solo sfottò da bar. criticare nascosti dietro i tramezzini tonno e mozzarella, quello che parla male a causa di una malattia, l'altro che è basso per difetto di nascita, l'americano delle mele...lo prendo in giro solo perchè è morto. finisco la birra, metto benzina e faccio un salto in edicola, a comprare una rivista.
e rido.




13.10.11

anticipazione Lucca n°2


12.10.11

regalino per Lucca

un'anteprima di una cosetta che sto preparando per lucca. ma piccola eh...

5.10.11

Aneddoti, Saluti e Premi

ecco nel post precedente vi avevo promesso degli aneddoti, giusto per sdrammatizzare i fatti. eccoveli.
il primo riguarda il mio incontro con Coniglio. mi sono sentito grossomodo così.

(clicca per ingrandire)


Ricordate invece il Premio Micheluzzi vinto al Comicon del 2010 con una mia storia per Coreingrapho. lo ritirò Recchioni dal palco perchè io ero assente e Laura Scarpa si incaricò di portarmelo a Torino nella successiva fiera del libro.
mai più visto quel premio...

anzi, Alino se leggi, non è che me ne potresti far fare un altro, ci tenevo molto a vederlo.

(clicca per ingrandire)

4.10.11

Di Modi, di Persone e di Distanze.

Come anticipato su facebook ecco il post su Coniglio Editore. Nel frattempo la questione è stata già declinata in rete con varie opinioni e punti di vista. non ho avuto il tempo di farlo prima. Ho scritto a pezzi e cucito assieme ma mi premeva unirmi alla discussione.

Qualche considerazione generale prima di passare al punto che più mi interessa, cioè la questione sul rapporto professionale del fumettista.

Non entro nel merito della persona di Coniglio perchè poco ci ho avuto a che fare (però ho un aneddoto interessante che vi racconto in coda). Per quanto riguarda invece la questione Canemucco, ho poco da dire. Il compenso per le storie da me effettuate, mi è stato accreditato sul conto da Makkox il giorno dopo la mia richiesta. Le tavole effettuate per Blue, per fare un confronto, mi sono state pagate due anni dopo la realizzazione, sotto ripetute richieste. Da quanto ho capito, le entrate della rivista sono state tutte a vantagio dell'editore che, a parte la distribuzione e la stampa, non ha speso un centesimo per realizzarla.  
Incosciente Marco, perchè è uno che ci crede troppo (nelle persone con cui lavora), perchè ci mette troppo se stesso e perchè si accolla, come in questo caso, responsabilità non sue. Leggere la sua mail ai lettori del Canemucco mi ha confermato quest'impressione.
E qui arriviamo ad uno dei due punti fondamentali. Ci sono molti modi di risolvere una faccenda editoriale andata a male senza danneggiare autori e lettori. Marco lo ha fatto con il massimo rispetto e prendendosi sulle spalle una mole di lavoro che non spettava a lui. Gli autori li ha pagati di tasca propria. I lettori avranno modo di vedere conclusa la miniserie di Don Mimì ed averla in un'edizione che, a vedere la qualità degli albi stampati da Bao, sarà curata alla grande e sicuramente con degli extra.
Non dico questo perchè Marco mi è amico ma perchè in questa vicenda editoriale so come si è comportata la controparte e questo è il secondo punto. Parto dalla fine, o almeno dalle ultime cose lette, l'ultimo editoriale di Laura Scarpa su Animals.
Mi è dispiaciuto profondamente leggerlo. Non per la chiusura della rivista, forse meritata per la cattiva gestione (essere l'unica rivista di fumetto in edicola, disporre dei migliori autori del momento, non avere rivali e finire per autoghettizzarsi è da pazzi) ma sono punti di vista. Mi è dispiaciuto non vedere traccia, neanche due parole di ringraziamento per tutti quegli autori che hanno, loro malissimo grado, lavorato gratis. Tutti quelli che per le storie pubblicate non vedranno una lira.

Ecco, i ringraziamenti dei lettori di Animals, dovrebbero andare a loro soltanto. Sarebbe bello che ci andassero anche i soldi degli abbonamenti ma qui entra in gioco l'onestà.

Ora, ci può stare che un editore fallisca e non abbia i soldi per pagare i propri autori. Non dovrebbe succedere, in qualsiasi vicenda imprenditoriale il saldo dei propri dipendenti, quelli che hanno creduto in te, dovrebbe venire prima di tutto. Però può succedere e in questo caso hai due alternative: essere chiaro e SINCERO con i tuoi autori, chiamarli, scusarti, dichiarare l'entità del danno e se possibile fare un piano di rientro o trovare modi alternativi (magari mettere a disposizione le proprie forze e i propri contatti per piazzare gli autori e le loro storie su riviste estere, promuovere sulla propria rivista o blog la vendita delle tavole stesse. Insomma, aiutare gli artisti a rientrare del danno). Senza false promesse di acconti o saldi che non arriveranno mai.
Oppure fregartene. Lasciare rosolare le persone nei propro sangue ormai acido in un circolo di mail, telefonate, silenzi  e prese in giro che al termine di ogni esperienza di questo tipo ci fanno diventare sempre "meno persone"

Questo siamo alla fine, persone. Parliamo pure di carte, inchiostro, pubblicazioni e conti bancari ma dietro ci sono sempre le persone, tra le quali e per le queli c'è sempre meno considerazione.

È questo che mi ha fatto perdere da subito interesse in questo mestiere per come viene fatto qui da noi. Non sono un animale solitario, per acquisire entusiasmo ho bisogno di far parte di un progetto, di interagire con le altre forze creative. È stato questo che ha portato alla buona riuscita anche se breve di Coreingrapho (ah, anche su questo ho un piccolo aneddoto). La distanza è in qualche modo sempre distruttiva. La distanza tra l'editore e l'artista, tra l'artista e il pubblico, tra l'editore e il pubblico.

Ci sarebbe un terzo punto che mi lascia parecchia amarezza. Il muro di menefreghismo da parte di molti autori.
Autori la cui parola ha risonanza e che potrebbe aiutare a fare chiarezza e far venire a galla le realtà editoriali per quello che sono veramente. Autori che sui propri blog e fumetti si ergono a moralisti, sempre pronti a sottolineare le malefatte dei nostri governanti quando mettono mano alle tasche dei cittadini. Potrebbero raccontare anche le realtà minori per non rischiare di diventarne invece, con la propria immagine, garanti. Per non lasciare che altre persone, più inesperte o meno avvezze, nutrano la propria vita di false speranze. Perchè sono sicuro che tra tutti quelli che hanno mandato le proprie storie aggratis a Comics Web, c'è qualcuno che sperava di fare il balzo su Animals. Diventare professionista. Nell'era di internet, questo dovrebbe succedere. Invece c'è sempre più distanza. Con il pubblico e tra autori stessi.
Ma non ce la facciamo, non c'è verso. Professionisti ci si deve diventare da soli. da dentro. Dal nutrire amore e rispetto per il proprio lavoro. Non è l'editore che ti pubblica e ti paga a farti diventare un professionista.
Ho provato, in un'altra esperienza editoriale che si sta sviluppando, a chiedere agli autori di formare un fronte compatto ed esigere un compenso base da cui far partire tutte le posizioni contrattuali. Ve ne parlerò meglio nel prossimo post ma vi anticipo da subito che non c'è stato verso. Non c'è modo di combattere le paure, le vanità, le mediocrità ( si, c'è anche questo, mi accontento di poco così non tradisco nessuna aspettativa), le malate competizioni (magari invece ce ne fossero di sane) e l'inedia, la perdita della forza di far valere i propri diritti.
È difficile, è dannatamente difficile far capire quanto valore proviene dalla mano dell'autore. È difficile farlo capire a loro per primi.

Non ci vogliamo bene. Suona da freak lo so ma non trovo parole diverse per esprimere il concetto. Non ci vogliamo bene, noi stessi e l'un l'altro. Non ci sarà crescita creativa da tutto questo.

È rimasto da raccontarvi l'aneddoto. In realtà sono due, ma andrebbero disegnati. A parole non rendono. Purtroppo sono ancora in viaggio, lo faccio appena torno :)